Fertilityday, è ancora polemica: Lorenzin licenza il capo della comunicazione

Dopo il primo lancio della campagna sul Fertilityday, ampiamente criticato da tutti, il Ministero della Salute compie un’altra gaffe. La seconda campagna a favore della fertilità è, se possibile, ancora peggio della prima. Si grida al razzismo, perché il manifesto indica come corretto stile di vita quello condotto da persone di pelle bianca, biondissime e dal sorriso perfetto mentre addita quelle di colore, con i capelli rasta e sigaretta in bocca come cattivi esempi da cui prendere le distanze. E Beatrice Lorenzin, di nuovo nella bufera, licenzia il capo della comunicazione.

La fertilità è roba seria, non si deve incappare in questioni che possano essere travisate. Eco le parole del Ministro della Salute che si scaglia contro chi, a detta sua, non ha fatto bene il suo lavoro.

La prima era proprio brutta, tant’è che, quando l’ho vista, ho detto: cambiamola. Ma io faccio il ministro e non il comunicatore. Io ho verificato la nuova campagna e il motivo per cui ho rimosso il direttore è che la foto che ho autorizzato non era quella poi passata

SESSO E DIETA: TROPPI GRASSI, POCO SPERMA

E sul licenziamento del capo della comunicazione, responsabile di una campagna sulla fertilità fallimentare:

Chi è responsabile delle foto va a casa, cosa che è successa. I volantini del ministero spesso sono anche semplici per motivi economici. Se c’è questo clamore è evidente che sono stati fatti degli errori. Io faccio anche politica: ci sono le strumentalizzazioni e quelle fanno parte di un altro versante. Io mi occupo di cose vere: dare cure, terapie, fare prevenzione, fare approvare i nuovi Lea che riguardano tutti gli italiani, occuparmi del fondo sanitario. Credo ci sia stato un errore tecnico: ci hanno portato un documento cartaceo, che poi a livello digitale era diverso. Io mi prendo carico di tutto, purché lo abbia deciso io. In questo caso non è stato così. Al di là di tutto nessuno aveva intenzioni razziste, e non si può accusare il ministero di razzismo quando lavoriamo tutti i giorni a favore della salute per tutti

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