L’invecchiamento della popolazione e il ruolo delle RSA

L’invecchiamento della popolazione italiana è una situazione a tutti nota e, come spiega il portale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel suo “Bollettino Epidemiologico Nazionale”, un dato su cui riflettere è quello relativo a una ridistribuzione demografica che non ha riscontri precedenti: infatti la proporzione di anziani sulla popolazione totale raddoppierà entro l’anno 2050 (non poi così lontano) passando dall’attuale 11% al 22%.

Sempre secondo quanto riportato sul portale ISS, se si prendono a riferimento gli ultimi 50 anni, l’invecchiamento della popolazione del nostro Paese è stato uno dei più rapidi se confrontato con quello dei Paesi più sviluppati e nel 2050 gli over 65 rappresenteranno il 35,9% della popolazione italiana (quindi più di un terzo).

L’aspettativa di vita media sarà di 82,5 anni, più precisamente 79,5 per quanto riguarda gli uomini e 85,6 per quanto concerne le donne; questi dati sono decisamente più positivi se confrontati con quelli di qualche decennio fa.

Detto ciò, è altrettanto vero che aumenterà anche il numero di soggetti con problemi di autosufficienza, in particolar modo nelle regioni più popolate come la Lombardia (la più popolata in Italia, con circa 10 milioni di abitanti) ed è quindi necessario trovare soluzioni al riguardo.

Invecchiamento della popolazione e problematiche correlate: la soluzione RSA

Una delle soluzioni per la gestione delle problematiche legate all’invecchiamento della popolazione è rappresentata dalle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), come per esempio quelle gestite da Anni Azzurri in Lombardia e che sono dislocate nelle città di Milano, Brescia, Bergamo, Como (e provincia), Monza e Brianza. Strutture assistenziali come le RSA sono una risposta puntuale a una situazione i cui numeri, come abbiamo visto, sono destinati ad aumentare.

Data l’importanza crescente che queste strutture avranno, cerchiamo di conoscerle più da vicino.

Cosa sono le RSA?

Le RSA sono strutture non ospedaliere che rientrano nella categoria delle strutture sanitarie. In linea di massima, sono realtà assistenziali destinate a soggetti over 65, ma ogni RSA ha le sue regole e le proprie deroghe.

Il ricovero in una residenza sanitaria assistenziale è legato di norma a problemi nell’autosufficienza, che nel migliore dei casi può essere parziale, ma molto spesso è assente.

È comunque necessario chiarire che la residenza in una RSA può essere a tempo determinato e non solo a tempo indeterminato. Il soggiorno a tempo determinato è legato di norma a problemi temporanei, non gestibili in ambito domestico, ma destinati a risolversi nel giro di poche settimane o mesi.

Nelle RSA operano team specializzati nella somministrazione di assistenza sanitaria e cure mediche.

RSA: i livelli di assistenza

Nelle RSA possono essere somministrati diversi livelli di assistenza. Tipicamente si distinguono 4 livelli di assistenza: intensiva, estensiva, di mantenimento, estensiva per disturbi gravi relativi alla sfera cognitivo-comportamentale.

L’assistenza intensiva è pensata per tutti quei soggetti in cui è necessaria un’assistenza continuativa legata a disabilità gravi e instabilità clinica, come per esempio quelle persone in cui si deve ricorrere alla nutrizione enterale/parenterale protratta

L’assistenza estensiva è dedicata alle persone che hanno bisogno di essere assistite dal punto di vista sanitario, ma per un periodo limitato di tempo, solitamente non più di due mesi, e che sono destinate a rientrare al proprio domicilio.

L’assistenza di mantenimento è dedicata alle persone, sia anziane che no, non autosufficienti per le quali è necessaria una degenza definitiva in una struttura adeguata alle loro particolari esigenze.

L’assistenza estensiva per disturbi gravi relativi alla sfera cognitivo-comportamentale è quella somministrata a chi è affetto da patologie molto gravi che sono caratterizzate dalla presenza di disturbi comportamentali gravi che richiedono l’adozione di specifiche terapie.

Lascia un commento