“Basta, smetto”, “Questa è l’ultima, lo giuro”. Quante volte abbiamo sentito dire frasi del genere da amici e parenti, che hanno intrapreso la lodevole iniziativa di smettere di fumare e poi, puntualmente, hanno ricominciato da capo? Tante, troppe. Eppure, di motivi per smettere ce ne sono a bizzeffe. Il fumo è uno dei fattori scatenanti di svariate malattie mortali: cancro, patologie cardiocircolatorie (come infarti o ischemie), respiratorie (come bronco-pneumopatie croniche ostruttive) o neurologiche (come, ad esempio, un ictus). Aggiungerei, anche il costo sempre in aumento dei pacchetti di “bionde” potrebbe essere un valido fattore di abbandono del fumo, dati i tempi di crisi che corrono.
Eppure, il numero dei fumatori incalliti non riesce a diminuire affatto. Il perché sia concretamente difficile dire addio alle tanto amate sigarette ha tentato di spiegarlo un’indagine, condotta da Fondazione Veronesi e Fondazione Pfizer nell’ambito del progetto No smoking, be happy, che ha coinvolto circa mille ex-fumatori e fumatori di età compresa tra i 30 e i 64 anni.
I risultati hanno evidenziato che soltanto il 22,2 % di chi ha provato a smettere ha avuto successo, mentre il 54,5 % non ci è mai riuscito. Il 23,3 %degli intervistati non ha, invece, mai provato a smettere di fumare; il 37,3 % ha dichiarato di non aver alcun interesse a farlo oppure che è un piacere al quale non sa rinunciare, per il 27,9 %. I motivi principali che hanno spinto gli interpellati a provare ad abbandonare la sigaretta sono stati il miglioramento della salute in generale, per il 62,1 % e il ritorno ad avere migliori relazioni sociali e riscoprire sapori e profumi, per il 48,8 %. La preoccupazione per la salute della famiglia, in particolar modo di quella dei figli, ha inciso solo per il 32,6 %delle persone.
Per quanto riguarda, invece, i metodi per smettere di fumare, i centri antifumo e Internet sono considerate le fonti migliori per reperire informazioni, ma nonostante ciò il 43% degli intervistati ha comunque dichiarato di saperne abbastanza poco sulle metodologie migliori per smettere di fumare, tenendo presente che maggiormente a rischio risultano essere donne e giovanissimi.
E pensare che secondo una ricerca la dipendenza dal fumo è solo mentale e non fisica. Matthew Palmatier, professore di psicologia della Kansas State University, nella sua ricerca pubblicata su ‘Neuropsychopharmacology’, ha dimostrato che il potere del fumo non dipende solo dalla nicotina, ma piuttosto dal fatto che fumare una sigaretta permette di vivere altre piacevoli esperienze.
“Se si pensa a dove la gente fuma o con chi lo fa, ci si rende conto che si scelgono posti e persone particolari con cui fumare. La sigaretta è una soddisfazione extra, una specie di premio, che ci si concede quando ci si dedica a una attività piacevole e ricreativa” ha spiegato il professore. Sicuramente è così, una piacevole abitudine difficile da perdersi e che richiede un grande sforzo di volontà. Ma, d’altro canto, la nicotina, è però in grado di aumentare la produzione di dopamina (neurotrasmettitore del piacere) ed è per questo che chi fuma prova una sensazione di benessere alla quale è difficile poi rinunciare. Senza contare lo stress, che sembra un potente fattore di ricaduta nel fumo, soprattutto i primi nei primi giorni di “astinenza”.
In ogni caso, ecco una serie di validi consigli da seguire, per cercare di smettere di fumare. Buona fortuna:
- Iniziare la giornata facendo esercizi respiratori in un luogo ventilato, convincendosi di aver bisogno solo di un po’ di aria fresca
- Evitare di pensare alle sigarette (è difficile ma occorre provarci: un po’ come quando una manca una persona, dopo un po’ il pensiero diventa man mano meno ossessivo)
- Bere molta acqua e succhi di frutta
- Respirare profondamente e mantenere il respiro ogni volta che il desiderio di fumare ci assale
- Rinunciare, almeno momentaneamente, a dolci e caffè (elementi che accompagnano il tabacco)
- Evitare gli ambienti dove si fuma, almeno all’inizio
- Masticare un chewing-gum spesso può aiutare
- Non cadere in tentazione per non rovinare il lavoro su se stessi fatto nei giorni o mesi precedenti (a volte addirittura anni)
- Allo smettere di fumare è spesso associato un aumento del peso causato da una sorta di compensazione alle sigarette che si cerca nel cibo. Evitare cibi grassi, cercando di mangiare principalmente frutta e verdura