Dieta metabolica: dimagrire, ma a che prezzo?

Avete mai sentito parlare di dieta metabolica? Ideata da Mauro di Pasquale, un medico canadese di origine italiane, questa dieta promette risultati mirabolanti in un breve lasso di tempo. Questo regime alimentare è sostenuto da numerosi studi scientifici che ne vanno a testimoniare l’efficacia, anche se non sono pochi i pareri contrari a riguardo.

Come si struttura la dieta? In partenza è fondamentale scoprire qual è la quota carboidrati adatta per il perfetto funzionamento dell’intero organismo. Questa fase dura un mesetto e prevede una drastica riduzione dei carboidrati. Trattasi della fase più delicata, visto che vi si sottopone in questo periodo si ritrova a fare i conti con nausea, stanchezza, cefalea, etc.

Nella prima fase, il piano alimentare prevede 12 giorni di scarico (molti grassi e pochi carboidrati) seguiti da due giorni di ricarica (parecchi carboidrati). Secondo l’ideatore della dieta metabolica, questo tipo di approccio, abituerebbe l’organismo a bruciare i grassi per andare a soddisfare le richieste energetiche.

Se nel corso della fase di scarico capita di sentirsi oltremodo stanchi, questa dieta prevede una serie di rimedi in base al sintomo che si manifesta. In linea generale, tutti i sintomi possono essere “curati” con un aumento graduale dei carboidrati, fino alla completa scomparsa degli effetti indesiderati.

Per tale motivo, nel momento in cui il soggetto stabilirà qual è la giusta dose di carboidrati di cui nutrirsi, sarà possibile passare alla seconda fase. Nella seconda fase l’organismo è ormai divenuto in grado di bruciare i grassi in modo efficiente. Per far sì che mantenga questa caratteristica, è opportuno far seguire a cinque giorni di scarico, di giorni di carico.

Nel corso dei cinque giorni di scarico sarà possibile mantenere i medesimi quantitativi calorici sperimentati nel corso della fase di prova. Discorso identico per la fase di carico.

Conclusioni

Questa dieta va ad estremizzare alcuni concetti, arrivando a limitare i carboidrati a soli 30 grammi nella fase di prova, del tutto dimentica che l’organismo deve assumere glucosio per sopravvivere.

Senza contare che a parità di ossigeno da consumarsi, i carboidrati offrono una performance energetica molto superiore ai grassi. Ne deriva che un regime alimentare di questo tipo può limitare di molto la prestazione sportiva.

Troppi grassi

– Nessuna limitazione a carni rosse e grassi, con un conseguente rischio di sviluppare malattie tumorali.

– Apporto di fibre fortemente limitato

– Scarsa assunzione di frutta e verdura, che contengono un prezioso quantitativo di carboidrati e permettono di abbassare il colesterolo.

In parole povere i risultati non tardano ad arrivare in termini di dimagrimento, ma i rischi sembrano essere elevati. Se avete intenzione di sottoporvi a questa dieta, meglio sottoporvi ad un parere medico.

Lascia un commento