Lavorare di meno fa bene alla salute?

Pare che lavorare di meno, avere più tempo libero e trascorrere meno tempo nel luogo di lavoro, faccia molto bene alla salute. Del resto i dati parlano chiaro: chi trascorre in ufficio almeno 55 ore a settimana corre un rischio maggiore di ammalarsi di patologie coronariche, di incorrere in ictus e infarti rispetto a chi lavora tra 35 e 40 ore. I giapponesi hanno addirittura coniato una parola che descrive la “morte per troppo lavoro”, cioè il “karoshi” valida sia che essa avvenga per cause fisiche sia per suicidio.

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Lavorare troppo fa male, ma lavorare poco fa bene? Lavorare 6 ore al giorno, oppure 4 giorni a settimana, riduce i livelli di stress? A primo impatto sembrerebbe una risposta ovvia, ma forse le cose non stanno proprio così. Psicologi ed economisti da tempo si interrogano sulla possibilità reale che lavorare di meno abbia positive influenze sulla salute e i risultati sono tutt’altro che ovvi. Un esempio: a parità di mole di lavoro e di impegni, lavorando di meno si rischia di farsi travolgere da un pericoloso effetto boomerang, a causa del quale l’ansia e lo stress aumentano perchè c’è meno tempo a disposizione per svolgere le proprie mansioni.

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Un recente studio svolto nella città svedese di Umeå ha dimostrato che chi aveva lavorato meglio si sentiva più felice e meno stressato, mentre sulla produttività non si è raggiunta una conclusione univoca: quantificare i risultati infatti è difficile, se si parla di lavoro d’ufficio anziché, per esempio, di numero di auto prodotte.
Quando poi sono stati analizzati i malesseri da lavoro, si è notato che gli impiegati alleggeriti del carico di lavoro non avevano minori livelli di cortisolo (ormone dello stress) nè una diminuzione del numero di giorni di malattia richiesti per anno. Al contrario, una riduzione delle ore di lavoro ha portato ad un incremento dei giorni di malattia.

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