Una mucca OGM, in grado di produrre del latte iperproteico ed ipoallergenico. E’ questo il risultato derivante da uno studio condotto dall’Università di Auckland. I ricercatori neozelandesi, diretti da Anower Jabed, noto luminare, hanno condotto lo studio in due diverse fasi, dapprima sui topi per poi passare ai bovini.
Nel corso della prima fase, i ricercatori hanno studiato i topi OGM creati appositamente per lo studio, con la speranza che quest’ultimi potessero riproporre caratteristiche simile alla ghiandola mammaria di una pecora. Dal primo studio, è emerso che il latte dei roditori di sesso femminile presentava il 96% di proteine beta-lattoglobulina, dannose poichè responsabili delle allergie.
Nella seconda fase, invece, è stato possibile sfruttare le conoscenza acquisite per riprodurre una vitellina OGM, con un DNA che presenta i medesimi micro Rna dei roditori.
Quando la vitellina Ogm ha prodotto il primo latte, quest’ultimo si è contraddistinto per la presenza di elevati livelli di proteine e una considerevole riduzione di proteine BLG (beta-lattoglobulina) se raffrontata ad altri animali non modificati geneticamente.
Stando al parere dei ricercatori che hanno condotto lo studio, i risultati ottenuti nello studio traccerà la strada, indicando loro quali altri geni manipolare geneticamente per ottenere nuove creature in grado di fornire alimenti su misura per gli esseri umani. Nonostante ciò, il team di studiosi si riserva di approfondire la questione per comprendere appieno come le modifiche eseguite sull’animale possano influenzare il latte.
Impossibile parlare di successo su tutta la linea, visto che, almeno in Italia, sembrerebbero esserci delle resistenze in tal senso. La Coldiretti ha infatti affermato che il latte ipoallergenico e proteico realizzato grazie ad una mucca geneticamente modificata, non incontrerebbe il gradimento del 75% dei cittadini italiani.
Scetticismo? Per il momento i dati sembrano dire che i prodotti soggetti a modificazioni genetiche attualmente in commercio (soia, cotone, mais) per volere delle multinazionale, non evidenziano effetti benefici riscontrabili per la salute dei cittadini.