Contrastare l’azione dei batteri e regalarsi una salute formidabile senza ricorrere ai farmaci, grazie ad un antibatterico naturale? Ora è possibile, grazie ad una ricerca condotta di recente dall’Università di Sidney, che ha trovato ampio spazio sulla rivista “Plos One”.
Miele di Manuka – I segreti di questo antibatterico naturale
Questo miele vanta origini antichissime, dato che veniva utilizzato già nell’antico Egitto per scopi medici. E’ riuscito a sopravvivere fino ai giorni grazie alle sue enormi potenzialità antibatteriche.
Il miele di Manuka è il frutto del lavoro delle api neozelandesi che si nutrono dei fiori dell’omonimo albero che si erge nelle distese incontaminate della Nuova Zelanda. Purtroppo negli ultimi decenni, questo fantastico antibatterico naturale è stato relegato in secondo piano a causa dell’arrivo di farmaci antibiotici sul mercato, finendo con l’essere relegato a mero “rimedio della nonna”. Per fortuna, grazie allo studio condotto dall’Università di Sidney, il miele di Manuka si prepara a tornare nuovamente in auge.
Miele di Manuka e proprietà antibatteriche – Lo studio
La ricerca australiana ha provveduto ad analizzare le proprietà curative e antibatteriche di questo prezioso alimento, scoprendo che non tutte le varianti finiscono con il produrre il medesimo effetto sull’organismo. Da un punto di vista strettamente antibatterico, infatti, la migliore variante di miele di Manuka sarebbe quella che ha subito meno trattamenti. Non a caso è il perossido di idrogeno la componente che da sempre rende antibatterico questo prezioso nettare provenienti dalle api.
Per comprendere affondo le potenzialità curative di questo alimento, i ricercatori australiani hanno provveduto ad analizzare diversi tipi di miele (Kanuka, Manuka e Trifoglio), finendo con il registrare una reazione nei confronti di 4 tipologie di batteri: l’Escherichia coli, il Bacillus subtilise, lo Staphylococcus aureus e lo Pseudomonas aeruginosa.
I risultati? Il miele di trifoglio, come ampiamente previsto, ha finito con il deludere da un punto di vista antibatterico. Non a caso quest’ultimo è sprovvisto di perossido di idrogeno. A primeggiare è stato ovviamente quello di Manuka, che oltre alla già citata sostanza, può vantare anche ingenti quantitativi di metilgliossale e si è rivelato in grado di contrastare i 4 batteri succitati.