Il quesito è sempre lo stesso: la sigaretta elettronica fa male? Aiuta sul serio a smettere di fumare? Quali rischi si corrono utilizzandola? Tante domande a cui è difficile dare una risposta univoca, visto che gli stessi esperti nella lotta al vizio del fumo sono divisi sull’argomento. Stando a quanto espresso da Riccardo Polosa, responsabile della Liaf (Lega Italiana antifumo) esclusivamente quelle alla nicotina ridurrebbero il numero di “bionde” fumate.
A dimostrazione di ciò, una ricerca clinica eseguita dall’Università di Catania, pubblicata di recente sulla rivista BMC Public Health. Nel corso dello studio, un gruppo di quaranta fumatori sono stati invitati dai ricercatori ad utilizzare la sigaretta elettronica. Dopo 6 mesi il 30% di quest’ultimi era riuscito a ridurre del 50% il numero delle sigarette fumate, mentre ben il 22% era riuscito ad eliminarle del tutto.
Nonostante questi risultati lusinghieri, ad oggi l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) non include le sigarette elettroniche nelle linee guida contro la lotta al fumo. Non va meglio in Italia, visto che nel “Belpaese”, quest’ultime non sono viste come un ausilio medico contro il vizio del fumo.
Nonostante ciò, secondo gli operatori del settore, in questo 2013 oltre 1 milione di italiani finiranno per acquistare la sigaretta elettronica. Attualmente gli “svapatori” sono circa 500.000, ma il fenomeno sta avendo una crescita inarrestabile
L’e-cig è sempre più venduta, negozi specializzati nella vendita di questi dispositivi aprono dall’oggi al domani in città come in provincia. Un business in ascesa che fa sempre più infuriare le multinazionali del tabacco e (forse) lo stesso Governo italiano, che ha ridotto notevolmente i suoi incassi derivanti dalle accise applicate sulle sigarette tradizionali.
E’ bene però precisare che l’intera nazione potrebbe giovare delle sigarette elettroniche grazie alla riduzione della spesa sanitaria pubblica legata ai danni derivanti dal vizio del fumo. In parole povere, ragionando in prospettiva, i benefici fisici e finanziari sembrerebbero essere incontrovertibili.