La tubercolosi continua a fare paura: questo in sintesi quanto emerge dall’ultimo report 2016 pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ogni anno monitora l’evolversi della malattia nel mondo e che punta i riflettori su una malattia che non è ancora stata debellata, purtroppo.
La tubercolosi provoca ancora numerose vittime anche se negli anni sono stati molti i passi in avanti compiuti dalla medicina. Ma la lotta globale contro la diffusione della tubercolosi non avanza al ritmo sperato e ancora oggi molte persone muoiono quando vengono colpite da questa malattia.
Ad oggi il tasso di riduzione della tubercolosi (tbc) è rimasto praticamente lo stesso dell’anno precedente (1,5%) e l’obiettivo prefissato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero quello di ridurre del 90% i decessi entro il 2030, appare impresa sempre più difficile. Questo perché ci sono alcune zone del mondo più colpite in termini di decessi e insorgenza della malattia: il Sud-est asiatico (in particolare India, Cina e Pakistan) e l’Africa sub-sahariana (Nigeria e Sud Africa). In Europa la situazione è più rosea e i casi di tubercolosi sono meno numerosi anche se comunque sono più di quanti se ne aspetterebbero.
Tuttavia la tbc rimane una malattia killer, ecco perché l’Oms ricorda di come a livello globale debbano necessariamente intensificarsi gli sforzi per incrementare l’efficacia della lotta alla tubercolosi. E gli sforzi non possono non passare anche da un maggiore investimento di soldi per trovare le cure adatte per contrastare una malattia che ancora semina il panico in Europa e nel mondo.
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