Ecco perché è difficile smettere di fumare

Le persone che cercano di smettere di fumare sovente finiscono col fallire per via delle tante sollecitazioni e dello stress che subiscono ogni giorno, tuttavia i Centri Antifumo italiani riportano dei dati incoraggianti.

Secondo quest’ultimi il 40% di coloro che si sottopongono ad un programma di disintossicazione dal tabagismo riescono a liberarsi dalla dipendenza delle sigarette.

Tra coloro che cercano di smettere, sembrerebbe che le donne presentino un successo maggiore in confronto agli uomini. Difficile capire se il trionfo contro il fumo sia dovuto ad un aspetto fisiologico o alla maggiore determinazione che le donne sembrano avere se le si raffronta agli uomini.

Mustafa al’ Absi, fisiologo dell’Università del Minnesota e collaboratore del Bellevue Center di New York, dove è stato attivato uno Stop Smoking Program, crede che lo stress contribuisca a far sì che le persone ricadano nel vizio del fumo, soprattutto nel corso dei primi giorni di cura.

Non a caso ha eseguito uno studio su 72 fumatori (38 di sesso maschili e 34 di sesso femminile) informandosi sul livello di stress da loro percepito nel corso delle prime 24 ore di astinenza dal fumo, misurando i valori di cortisolo dei soggetti in questione e attenendosi alle tante variabili psicologiche.

Per chi non lo sapesse, il cortisolo è il classico ormone dello stress, che viene secretato dalla corticale surrenale quando si verifica un evento allarmante o comunque si è particolarmente agitati.

Stando a questo studio, coloro che fin dal primo giorno di astinenza presentavano un considerevole aumento di cortisolo erano maggiormente inclini ad un ritorno alla dipendenza da sigarette, già nei giorni successivi al trattamento, in confronto a coloro che avevano livelli di cortisolo più bassi.

Questo dato però finiva con l’essere veritiero esclusivamente per gli uomini, mentre per gli individui di sesso femminile, valori di cortisolo elevati non corrispondevano ad un ritorno alla dipendenza da sigarette.

Stando a questo studio, gli uomini sembrano rispondere meglio alle cosiddette terapie sostitutive (gomme alla nicotina, cerotto, etc) mentre le donne ottengono risultati migliori grazie alle terapie psico-sociali.

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