Kebab: storia, ingredienti e cottura

Il Kebab presenta una storia dalle origini antichissime. Questa prelibatezza ha origini turche, cibo utilizzato dai nomadi che impararono ad arrostire e cuocere la carne sui fuochi utilizzati per l’accampamento.

La parola Kebab ha origini persiane, nella lingua Farsi, infatti, il termine prende il significato di arrostito o grigliato. Nella versione originaria, il piatto veniva preparato esclusivamente con strisce di carne saltata e dorata su di una piastra rovente, adoperando il grasso sciolto della coda di montone come condimento.

 La cottura della carne in verticale

Intorno al XIX secolo a Bursa, cittadina della Turchia, si decise di modificare la tecnica di cottura del Kebab, cuocendolo in verticale. Questo cambiamento portò ad una vera e propria rivoluzione, perchè gli umori che fuoriuscivano dalle carni arrostite non venivano più dispersi sulle braci, ma finivano con l’ insaporire la carne.

Il Kebab di cui ci cibiamo oggi è stato portato dagli immigrati turchi in Germania negli anni 60. Questo piatto ha poi conosciuto un grandissimo successo, arrivando a spopolare anche in città come Marsiglia e Londra. Purtroppo l’Italia ha scoperto questa prelibatezza solo da una decina d’anni.

 Qual è il segreto del Kebab?

Sapore delizioso e costi ridotti, hanno fatto sì che questo piatto si diffondesse in tutto il mondo. Oggi è apprezzatissimo, soprattutto tra i giovanissimi, come una valida alternativa a Mc Donald’s &co.

La carne del Kebab per dirsi tale deve essere di montone, agnello, pollo, vitello, manzo o tacchino. Questa deve poi essere insaporita con del pepe e delle spezie marinate. Per gustarlo, in genere viene adoperato il pane arabo, rassomigliante ad una piadina o in alternativa una pita greca, ovvero una specie di pizza schiacciata.

Riguardo i condimenti, ad accompagnare la carne, possono esserci lattuga, pomodoro, patate fritte e verdure miste, unitamente alle salse (tzatziki, humus, tahini). Una delizia da non perdersi per alcuna ragione al mondo.

 

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