La pennichella dopo pranzo fa male: vediamo perché

Notizia che non farà piacere a molti quella lanciata in occasione dell’80° Congresso Europeo di Arteriosclerosi , presieduto dal professor Alberto Catapano, docente all’Università di di Milano, e primo presidente italiano dell’Eas, la Società europea di arteriosclerosi il quale ha dichiarato: “Il pranzo può causare un picco di trigliceridi , con incrementi, dopo un’ora dal pasto, fino al 300% rispetto ai valori a digiuno: è un fenomeno dovuto agli acidi grassi liberi che vengono rilasciati dal tessuto adiposo contribuendo così ad aumentare il rischio di malattie cardiache e problemi coronarici”

Questo sta a significare che il tanto amato riposino dopo pranzo, potrebbe essere seriamente dannoso per la nostra salute. “Il problema è che si accumulano lipoproteine che riducono la funzione dell’endotelio”, la parete che riveste internamente i vasi sanguigni e che svolge un ruolo determinante nel mantenere le arterie elastiche e sane, ha precisato Alberico Catapano, presidente eletto della Società europea per lo studio dell’aterosclerosi (Eas), che ha poi aggiunto: “Diventa quindi più facile che si creino zone ischemiche. Senza dimenticare che insieme ai trigliceridi aumenta anche l’insulina, e nel tempo può svilupparsi una situazione di resistenza insulinica e cioè di pre-diabete”.

Il rimedio più efficace, pertanto, non è quello di compensare un pranzo abbondante con un conciliante riposino sul divano, magari davanti alla tv guardando il nostro programma preferito o dormendo beatamente per un paio d’ore, quanto fare esercizi aerobici per ridurre il livello dei trigliceridi (8%) e dell’insulina (14%). Una riduzione che sale (scusate il gioco di parole) al 30% con un’esercizio di resistenza, sempre di tipo aerobico, come una corsa continua. Ancora una volta, dunque, il messaggio è che bisogna muoversi regolarmente: Basta anche, ricorda Catapano, fare una passeggiata a passo spedito per una 30ina di minuti al giorno. Questo beneficio vale, ovviamente, a maggior ragione per le persone obese o in sovrappeso.

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