La sigaretta elettronica fa male: rinvenuti metalli pesanti

E-cig nociva o no? La questione sembra avviarsi verso una conclusione. La sigaretta elettronica fa male, almeno stando ai risultati di uno studio condotto dalla testata “Il Salvagente”.

Nei liquidi del dispositivo elettronico sarebbe infatti stata rilevata la presenza di metalli pesanti, sostanze altamente cancerogene.

Una notizia sconcertante, che potrebbe portare gli svapatori a porsi serie domande sulla nocività della sigaretta elettronica. Ad ogni modo, nonostante l’eventuale presenza di metalli pesanti, questo dispositivo non contiene al suo interno i 4.000 e passa elementi chimici tossici frutto della combustione, dunque, il rischio sarebbe comunque minore rispetto ad una sigaretta classica.

Sigaretta elettronica fa male – I risultati della ricerca

Per l’esecuzione della detta analisi, il Salvagente ha provveduto a consegnare dei liquidi di ricarica dell’ecig ai ricercatori  del Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli. Dalle analisi,  è risultata la presenza di metalli pesanti quali piombo e arsenico, alle volte presenti in quantitativi minimi, altre volte, in dosi maggiori rispetto ai minimi consentiti disciolti in acqua.

Un dato da non prendere sottogamba, visto che l’ecig, ad oggi, godono di una fama che le vuole assolutamente innocue. Per chi non lo sapesse, infatti, per i metalli pesanti sussistono dei limiti normativi di sicurezza sulla loro presenza in prodotti di consumo, come: farmaci, cibo, prodotti aromatici, farmaci e aria.

Purtroppo, ad oggi, per la sigaretta elettronica questo limite non è stato emanato e la mancanza di verifiche, fa sì che gli svapatori continuino a utilizzarla senza sapere per certo cosa inalano.

Per fortuna fornitori e produttori hanno deciso di dare giusto risalto alla faccenda, mettendo in atto delle misure a salvaguardia del consumatore.

Ad esempio, alcuni dei maggiori portali che si occupano della vendita online di liquidi di ricarica per le sigarette elettroniche, hanno deciso di non vendere più il campione Lousville, ovvero quello in cui è stata rintracciata la maggiore presenza di metalli pesanti.

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