Sigaretta elettronica, i luoghi in cui è vietata

Dopo il divieto nei locali pubblici di Vallo della Lucania, grazie ad un’ordinanza siglata ad hoc dall’amministrazione comunale del paesino in provincia di Salerno, fioccano nuove restrizioni per la sigaretta elettronica.

Il nuovo divieto stavolta tocca le scuole. Studenti e docenti non potranno più “svapare” liberamente. La sigaretta elettronica dunque non potrà più essere utilizzata negli edifici scolastici, sia dal personale docente sia dagli alunni.

A volere questo provvedimento anti e-cig sono stati alcuni presidi, preoccupati dal fenomeno “e-cig”. Una “linea dura”, dato che la sigaretta elettronica è finita con l’esser bandita non solo in corridoi e aule, ma persino negli spazi antistanti gli edifici scolastici: cortili, giardini, cancelli e affini.

Una mossa preventiva quella dei presidi, che hanno fatto tesoro del provvedimento emesso da Renato Balduzzi (Ministero della Salute) che ha emesso un’ordinanza entrata in vigore lo scorso 23 Aprile, che vieta la vendita della sigaretta elettronica ai minorenni. La suddetta misura resterà in vigore almeno fino al prossimo autunno (31 ottobre 2013). Prima della detta ordinanza, il limite prefissato era pari a 16 anni.

Sigaretta elettronica  e divieti – Le motivazioni

Per quale motivo molti presidi hanno intrapreso una battaglia contro questi dispositivi elettronici? Stando a quanto emerso da alcune dichiarazioni, le sigarette elettroniche verrebbero viste come fortemente diseducative, in grado di incentivare il vizio del fumo, specialmente se presenti sulla bocca degli stessi insegnanti.

Come se non bastasse, molti presidi fanno leva sulla mancanza di studi scientifici in grado di garantire la non pericolosità della sigaretta elettronica. Per tale ragione sarebbe bene vietarla ai giovanissimi.

Sigaretta elettronica e divieti nelle scuole – La parola ai lettori

E’ giusto vietare l’e-cig negli istituti scolastici? Stando alle tesi fornite dai difensori del suddetto dispositivo elettronico, quest’ultimo non produrrebbe fumo passivo, ma esclusivamente vapore acqueo. In più non presenterebbe al suo interno sostanze cancerogene derivanti dalla combustione delle bionde classiche. E’ lecita tanta intransigenza o sarebbe meglio sdoganare il fumo elettronico fra i banchi di scuola?

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