Sigaretta elettronica: ecco la protesta dei produttori

Sigaretta elettronica sempre più protagonista. La famosa ecig, oggi 9 luglio 2013, si ritroverà al centro di una vera e propria manifestazione. A scendere in Piazza, i produttori delle sigarette elettroniche, pronti a ribellarsi alla decisione del Governo di tassare questi dispositivi elettronici al pari delle sigarette tradizionali. Un’equiparazione illegittima, così come la tassa che ne deriverebbe secondo i produttori, che minerebbe un settore in grado di creare in soli 15 mesi ben 10.000 posti di lavoro.

Una manifestazione organizzata dall’Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe) e promossa grazie allo slogan “Non siamo fumo”. La protesta che domani mattina si terrà dinanzi alla Camera dei deputati, è dunque volta a contestare il decreto legge dello scorso 28 giugno. Un’imposta ingiusta secondo gli esponenti dell’Anafe, poiché, volta ad equiparare le sigarette tradizionali alle e-cig, una scelta scellerata, che, tra l’altro, non terrebbe conto del fatto che le sigarette elettroniche attenuerebbero il fenomeno delle patologie legate al fumo, aiutando lo Stato a ridurre in maniera considerevole la spesa sanitaria.

Senza contare il rischio di frenare un business che sembra essere in continue espansione, contraddistinto da imprenditori, che, nonostante la crisi continuano ad investire, affittare negozi, pagare dazi doganali e dare lavoro a centinaia di giovani. Fra le ragioni della protesta, anche la decisione della Lorenzin (l’attuale ministro della Salute) di vietare la vendita delle sigarette elettroniche ai minori di 18 anni.

Sigaretta elettronica e tassazione – La parola ai lettori

Protesta legittima? E’ giusto equiparare l’ecig alle bionde tradizionali, imponendo su quest’ultima una tassa elevata? E’ lecito considerare la sigaretta elettronica dannosa come una tradizionale, nonostante la mancata combustione consenta agli svapatori di evitare le centinaia di sostanze cancerogene contenute nelle “bionde?”In tempi di crisi finanziaria è lecito frenare un business in continua espansione per recuperare parte delle accise non incassate a causa del calo delle vendite di quest’ultime? A voi la parola.

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