Sigaretta elettronica, fa male? Ecco la verità

La sigaretta elettronica fa male? Il quesito è sempre lo stesso e si rinnova continuamente. Con molta probabilità, entro dicembre 2013, gli italiani che avranno comprato un e-cig saranno oltre 1 milione, per tale ragione, è bene indagare affondo sugli eventuali effetti negativi di questo dispositivo elettronico.

La sigaretta elettronica fa male o è possibile ritenerla benefica per la salute? Grazie ad essa è veramente possibile risparmiare? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo prodotto? Dove sarebbe preferibile acquistarla? Proviamo a rispondere alle suddette domande con ordine.

La sigaretta elettronica fa male o no? L’unica cosa certa al momento, è che non presentando combustione, l’e-cig risparmierebbe ai polmoni dello svapatore tutte le sostanze cancerogene presenti nelle bionde tradizionali. Per quel che concerne il discorso economico, basti pensare che questo dispositivo elettronico fra acquisto e manutenzione costerebbe dai 250 ai 350 euro l’anno (a seconda dell’utilizzo e del modello). Un risparmio considerevole, soprattutto per i fumatori di fascia medio-alta (uno o due pacchetti di sigarette al giorno), visto che in questo caso, parliamo di cifre che si aggirano dai 1.500 ai 2.500 euro annui.

Quali sono i pro e i contro della sigaretta elettronica? Ad oggi l’intero settore offre lavoro a circa 4.200 addetti, senza contare l’indotto. Un fenomeno in continua ascesa, tanto da rappresentare per molti il business del presente e del futuro. D’altra parte, i tabaccai stanno registrando gravi perdite, stesso discorso per l’erario, che lamenta un calo considerevole nell’incasso delle accise.

Ad oggi non vi è una legislazione precisa in materia di vendita delle e-cig, pertanto, chiunque o quasi può improvvisarsi venditore di sigarette elettroniche dall’oggi al domani. Un fenomeno da “sogno americano” che rappresenta essere un’arma a doppio taglio, visto che, l’opportunità di entrare in un business tanto redditizio per alcuni può rivelarsi anche un modo per delinquere, importando merce di scarsa qualità dalla Cina.

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