Sigarette elettroniche: il “boom” che fa male

Sigarette elettroniche sempre più diffuse, un vero e proprio “boom”, nonostante i pareri discordanti e i divieti emanati nelle ultime settimane. Un prodotto sulla cresta dell’onda, che si è rivelato in grado di “fare il botto” anche nel vero senso della parola.

Cosa è accaduto? Una sigaretta elettronica è esplosa nell’auto di una sessantenne di Rovigo, che allarmata da quanto avvenuto, ha prontamente sporto denuncia..

Sigaretta elettronica esplosa – Il caso

La donna aveva collegato quest’ultima all’accendisigari dell’auto mentre era intenta alla guida. Purtroppo, il congegno elettronico ha finito con l’esplodere finendo con l’imbrattare la vettura e  i vestiti dell’amica che viaggiava con lei.

Cosa può aver determinato l’esplosione della sigaretta elettronica, disintegratasi in mille pezzi? Desiderosa di risposte precise e scioccata da quanto accaduto, la sessantenne ha pensato bene di sporgere denuncia.

Sigarette elettroniche ed esplosioni – Pericolo reale?

Nuove psicosi in arrivo o rischio concreto? Al di là delle singole correnti di pensiero, l’unica cosa certa è che il liquido contenuto nel dispositivo elettronico avrebbe potuto colpire il volto o peggio gli occhi della donna, finendo con il causare gravi danni.

Ad ogni modo, grazie alla denuncia della sessantenne, i militari dell’Arma hanno avuto la possibilità di informare i colleghi del Nas, che prontamente hanno avviato delle indagini per cercare di capire cosa ha provocato l’esplosione della sigaretta elettronica.

Numerose le ipotesi possibili: malfunzionamento del caricabatteria, sovraccarico alla presa dell’accendisigari, semplice difetto di fabbricazione. “Tanta carne al fuoco”, che, tuttavia, non offre alcuna certezza alle migliaia di consumatori che si servono di questi dispositivi e che, turbati da questa notizia, molto probabilmente finiranno con il temere per la propria incolumità (o almeno per quella dei propri abiti).

Non sono da escludersi eventuali provvedimenti ad hoc da parte dell’autorità giudiziaria, anche per via del “precedente” dello scorso dicembre 2012. In quel caso a fare le spese dell’inaspettata esplosione, un venticinquenne genovese impegnato a ricaricare il congegno.

 

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