Curarsi mangiando e interazioni tra cibo e farmaci

Le piante possono essere buone sia come cibo che come cura. Ciò che mangiamo è la migliore arma che abbiamo per curare il nostro organismo e prevenire le malattie, l’importante è non essere troppo “integralisti” e assumere cibo in eccesso, anche perchè in questo modo possono scatenarsi spiacevoli interazioni con i farmaci, dando il via a una moltitudine di patologie.

Sovente, infatti, i medici non prestano attenzione agli stati nutrizionali dei pazienti, prima di assegnare loro determinati farmaci o degli integratori per curare delle patologie.

Un grave errore, visto che i farmaci vanno ad interagire con gli alimenti e dalla suddetta interazione possono derivare una vasta gamma di sintomi. I principi attivi presenti in un farmaco, possono essere influenzati dai cibi ingeriti. Il primo errore che bisognerebbe evitare, è quello di ingerire compresse senz’acqua. Per quale motivo? E’ fondamentale assumere farmaci accompagnandoli con dei liquidi, per almeno 3 ragioni:

1) I liquidi vanno ad impedire che i farmaci si “arenino” alla parete dell’esofago e dello stomaco, spesso finendo col causare ulcerazioni.

L’acqua consente al farmaco di oltrepassare rapidamente stomaco e intestino e “sciogliersi” rapidamente presso la zona adibita all’assorbimento dello stesso.

2) L’assunzione di liquidi può rivelarsi utile per la malattia che si cura. E’ questo il caso, ad esempio, della febbre, calcolosi renale e infezioni delle vie urinarie.

3) L’acqua naturale non causa interferenze con i farmaci, ma andrebbe bevuta a temperatura ambiente. L’acqua calda va evitata, perchè ritarda l’effetto del farmaco, mentre quella ghiacciata può rivelarsi utile se si ha il desiderio di agevolare il transito del farmaco attraverso lo stomaco o per non sentirne il sapore.

Da evitare le acque ricche di calcio se si assumono antiinfiammatori cortisonici o farmaci che vanno ad agire sul sistema cardiovascolare, via libera invece per ciò che concerne l’assunzione di antibiotici.

Alimenti consigliati

Aglio

Un cibo dalle proprietà fitoterapiche, in grado di agevolare la riduzione della pressione arteriosa e ridurre la formazione di placce aterosclerotiche. Per tale motivo è indicatissimo per terapie normocolesterolemizzanti e antipertensive.

Succo di limone e agrumi vari

Il succo di limone è ricchissimo di vitamina C, pertanto è indicatissimo per le terapie farmacologiche impiegate nella cura dell’ipertensione arteriosa.

Succo di pompelmo

Il succo di pompelmo è un alimento consigliato, poichè alla pari del succo di limone è ricchissimo di vitamina C. Bisognerebbe però evitarlo qualora ci si sottoponga a terapie con calcioantagonisti e trattamenti antipertensione arteriosa. Il motivo? Il succo di pompelmo accelerando l’attività del fegato va ad inibire l’effetto di alcuni farmaci.

Cibi scongiliati

Bevande a base di cola

Trattandosi di “eccitanti”, questo tipo di bevande andrebbero evitate nel caso in cui ci si sottoponga a terapie antidepressive, poichè potrebbero andare a potenziare l’effetto dei farmaci.

Insaccati

Questi alimenti vanno ad aumentare la pressione arteriosa, pertanto andrebbero banditi durante le terapie anti-Parkinson.

Latte, latticini, yogurt, gelato

Questi cibi vanno a stimolare la fermentazione intestinale, pertanto non dovrebbero essere assunti nel caso di terapie che prevedono l’utilizzo di polinsaturi, in modo da evitare l’interazione con il calcio.

Conclusioni

Prima di iniziare una qualsiasi terapie, informate il vostro medico circa le vostre abitudini alimentari, in modo da ottenere consigli mirati.

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